…L’universo di Paritani aggiorna i canoni classici della tragedia, trasformandoli di
volta in volta in patinati sfondi per rivista di moda o rilassanti scenari presi a prestito
dall’ oggettistica turistica profumata di folklore. Domina il blu intenso dell’acqua di
mare ( un blu Klein? ); si muovono con nonchalance personaggi pupazzeschi ( Barbie
e Kent in vacanza sull’Adriatico?); stanno immobili sul fondo le vestigia della civiltà
contemporanea, come un’Atlantide qualsiasi che distrae appena gli indaffarati nuotatori in costume e cuffia.
La tecnica fotografica dei due fotoreporter scioglie magicamente ogni tensione drammatica, ponendo al centro dell’obiettivo una sola domanda: “Cosa fanno?”.
Non tanto “Cosa è successo prima?”. Gli autori colgono lo spirito di un tempo dove
non conta tanto la causa ma ci si adatta benissimo e senza particolari problemi agli
effetti. Soprattutto se si è a Rimini…
Sessantacinque fotografie che ritraggono figure di atleti immersi nel suggestivo
scenario di una fabbrica diroccata, talvolta con i loro attrezzi, talvolta a corpo libero,
incastonati in una architettura postindustriale fatta di travi, rovi, ferraglia…
Lo spirito che anima le fotografie di Paritani è un tentativo di destrutturate le nostre rappresentazioni abituali dello sport agonistico con una vena di ironia che reinventa certe figurazioni classiche dell’ epica sportiva, a cominciare dalle visioni celebrative
di Leni Riefensthal, o dalla perfezione dei corpi scolpiti di Mapplethorpe, per ricondurle a un piano di estrema libertà stilistica.
In questo modo gli autori si concentrano sul corpo dell’atleta e sulla sua componente
umana dimostrando che lo sport è troppo ribelle, troppo imprevedibile per farsi
rinchiudere negli spazi, nelle regole, nei linguaggi che esso stesso ha contribuito a
generare.
…E’ forse dall’esperienza teatrale e filmica che questi due autori, in strano
e produttivo connubio, traggono l’ispirazione per le loro immagini che
riprendono, dopo laboriose progettazioni e costruzioni in bozzetto. Spot
colorati e materiali poveri ( plastiche, legno, marmo, laterizi ) sono gli ingredienti di questi piatti misteriosi che evocano profumi e sapori di spezie e di oriente misterioso. Tecniche di ripresa laboriose, non di manipolazioni successive, fissano immagini arcane…